DATI

CAPITALE: Kābul
GOVERNO:
Repubblica islamica
POPOLAZIONE:
26 556 800
LINGUE: Dari, pashtu
ETNIE: Pashtun: 36%, tagiki: 27%, hazara: 15%, uzbechi: 9%, aimak: 4%, turkmeni: 3%, baluchi: 2%, altri: 4% (tra cui nomadi Kuchi).
AREA TOTALE: 652 864 kmq
CONTINENTE: Asia

1. L’attuale situazione politica – un esercito straniero che lavora con un governo nazionale che sta provando ad essere sia progressivo che conservatore – è lontano dall’ideale, ma è un miglioramento rispetto alla tirannia dei talebani. I talebani hanno imposto sulla nazione un duro marchio dell’Islam e continuano ad essere una minaccia per la stabilità  e la sicurezza nazionale. Il potere dei signori della guerra e dei leader tribali è più grande di quello delle forze governative o dell’esercito americano; attualmente, la maggior parte di loro patteggia con l’intesa NATO/Loya Jirga. Pregate che il governo afghano possa prestare servizio e lavorare con umiltà e saggezza. Pregate che il popolo dell’Afghanistan possa sperimentare una vera libertà e un miglioramento della qualità della vita. Pregate anche che gli attentati da parte dei ribelli e dei signori della guerra per destabilizzare il paese, possano essere contrastati e che possa essere negoziata una soluzione.
2. Lo sconvolgimento degli ultimi 30 anni ha ridotto il paese alla rovina e all’abbandono. I sovietici (1979-89), i mujahedeen (1992-96) e i talebani (1996-2001) hanno perpetuato tutti diversi problemi e hanno fallito nella costruzione della nazione. Più di un milione di morti e quattro milioni di bambini stimati sono orfani. Sebbene il paese soffri ancora del conflitto, il progresso è avvenuto nelle aree dove c’è pace. La sofferenza prende molte forme; gli afghani percepiscono la povertà e la perdita di sicurezza come i problemi maggiori. Pregate per soluzioni pratiche, tempestive e sostenibili per ogni situazione:
a) La continua minaccia di violenza. I talebani sono molto attivi e spesso operano da edifici civili o con sembianze civili. Centinaia di migliaia di mine antiuomo e altri ordigni inesplosi sono ancora  sparpagliati nel paese.
b) Rischi per la salute. L’ Afghanistan è il posto più pericoloso del mondo per un neonato. Il tasso di mortalità infantile è tra i più alti al mondo. Molte cause di morte sono prevenibili (diarrea, colera, dissenteria e polmonite), ma la mancanza di assistenza sanitaria e acqua potabile (il 78% non ha libero accesso all’acqua potabile) causa molte morti. Il rifiuto di permettere alle donne di ricevere cure sanitarie dagli uomini causa un alto tasso di mortalità materna.
c) Gli invalidi. Ci sono circa un milione di persone che soffrono di disabilità, la maggior parte con gambe danneggiate o distrutte come risultato della guerra. In aree remote, molti ancora rimangono feriti dalle mine antiuomo. C’è la percentuale più alta al mondo di persone disabili, in una nazione con poca disposizione per la loro cura e la loro riabilitazione.
d) Povertà e tenore di vita. La maggior parte degli afghani vive nella povertà. C’è poca occupazione. Molti che combattono per i talebani fanno cosi tanto per raccogliere il salario offerto. Circa l’80% della popolazione cerca di vivere di un’agricoltura di sussistenza, ma l’accesso all’acqua è un problema, soprattutto da quando quasi tutte le irrigazioni sono state distrutte dalla guerra. Meno del 15% delle case ha accesso all’elettricità, eppure le opportunità di impiego sono in aumento, e l’economia sta migliorando nelle aree stabili.
e) Le droghe sono un flagello per la nazione, e davvero per il mondo, l’Afghanistan cresce del 90% per la produzione di papaveri di oppio nel mondo.
f) La coltivazione del papavero è stata a lungo una fonte interna di reddito, con un picco a 1/3 di PIL (una percentuale ormai molto ridotta a causa del massiccio afflusso di aiuti). Questo raccolto lucrativo è stato pesantemente finanziato dai talebani. Il fallimento nel trovare un raccolto alternativo sostenibile spinge i contadini poveri a continuare, nonostante la proibizione dell’Islam. Pregate per il successo e l’attuabilità di progetti di agricoltura alternativa.
g) Tossicodipendenti di eroina e di oppio abbondano in Afghanistan (più di un milione di persone fa uso di droghe) e nel mondo. Ogni anno, più occidentali e russi muoiono per overdose di eroina e oppio di quelli morti durante tutti gli anni dell’occupazione della Russia e della NATO.
3. Recupero e ricostruzione sono presenti in molti settori della società. Tra i cittadini, c’è un reale miscuglio di ottimismo e pessimismo sul fatto che si possono raggiungere veri e propri miglioramenti. Pregate per le seguenti necessità:
a) Miliardi di dollari in aiuti esteri stanno raggiungendo molti settori del paese – soprattutto dai paesi NATO, Cina e India. Più di 1,500 Organizzazioni Non Governative (NGO) sono registrate – solo 350 di loro sono straniere. L’inefficienza e la corruzione sono minacce molto reali, ma la recente attuazione di normative più severe ha costretto le NGO ad essere trasparenti ed efficienti con i loro fondi e le loro attività.
b) Una nuova generazione di afghani con un atteggiamento diverso. Il 60 % degli afghani ha meno di 20 anni e non ha conosciuto null’altro se non la guerra; questi afghani desiderano opportunità nell’istruzione e nel lavoro e una certa libertà di scelta. Oltre 4.5 milioni di afghani sono ritornati dopo essere fuggiti dal paese quando era sotto il controllo dei talebani. Molti di loro hanno portato risorse economiche, collegamenti internazionali e uno spirito imprenditoriale per contribuire a creare nuove imprese.
c) Sicurezza nazionale. È di vitale importanza creare forze di polizia e militari nazionali afghani ben addestrate e disciplinate. Queste istituzioni devono creare una riserva di fiducia per il popolo, ma essi stessi sono propensi alla corruzione e all’infiltrazione da parte di simpatizzanti talebani.
d) Le infrastrutture sono state devastate da quasi 30 anni di guerra. La ricostruzione di strade, attrezzature mediche, scuole e altre costruzioni di servizio pubblico, è cruciale per il futuro della nazione.
e) Lo sviluppo delle risorse umane è ugualmente di vitale importanza. Il tasso di mortalità infantile, sebbene molto alto, sta calando rapidamente come stanno migliorando i servizi sanitari. Un numero da record di bambini si sta scrivendo a scuola. Iniziative di micro-impresa stanno dando molte opportunità per avviare piccole imprese, guadagnarsi da vivere in maniera rispettabile e provvedere agli altri.
f) Il coinvolgimento cristiano nell’aiuto per lo sviluppo. Sin dal 1966, un numero di agenzie di aiuto e sviluppo cristiano ha provveduto per i non vedenti, i mutilati, i malati, gli analfabeti e i bisognosi, in nome dello Spirito del Signore Gesù. Molti cristiani – la maggior parte di loro in settori umanitari – lavora per servire il popolo dell’Afghanistan. Dimostrazioni pratiche di cura e amore cristiano impressionano molti afghani, distruggendo pregiudizi e preparando i cuori al Vangelo. Oltre le tragedie delle vite perse, le riduzioni forzate di personale e persino il ritiro di intere organizzazioni dal paese, hanno causato una grande perdita per molti lavori efficaci. Pregate sia per il coraggio di fronte all’avversità sia per la saggezza nel sapere come dimostrare al meglio l’amore di Cristo al popolo afghano.
4. L’Afghanistan è uno dei paesi meno raggiunti al mondo col Vangelo. Ci sono 48,000 moschee ma non è stata costruita nessuna chiesa. Pregate per i 70 popoli non raggiunti di questa terra, soprattutto per i seguenti gruppi:
a) Compongono il 40% della popolazione afghana e sono politicamente dominanti. I pashtun su entrambi i lati del confine Afghanistan – Pakistan fanno parte di ciò che è stata chiamata la società tribale musulmana più grande al mondo – ben 46 milioni di persone in oltre 30 grandi sotto – tribù. Ci sono pochi cristiani tra loro, sebbene i pashtun delle città, istruiti in esilio abbiano mostrato qualche risposta. Pregate che le moltitudini possano essere liberate dal timore, dal pregiudizio, dalle fortezze dell’Islam, dall’orgoglio del pashtunwali (il loro codice tribale di onore); ci sono le prove di un’intensa battaglia spirituale per la conquista di questo popolo.
b) Tajiki nel nord-est. Parlano il dari (una forma di persiano) essi sono strettamente connessi ai pashtun. Alcuni gruppi tajiki furono tra gli ultimi popoli a resistere ai talebani, essi rimangono ancora per il 99% musulmani. Pregate per la loro libertà spirituale.
c) Hazara, musulmani della Shi’a di stirpe mongola. Essendo un gruppo della Shi’a, sono stati severamente perseguitati nel corso degli anni e sono stati massacrati dai talebani sunniti. Essi hanno dimostrato una grande apertura al Vangelo negli ultimi anni.
d) Uzbeki e turkmeni del nord, hanno mostrato un’incoraggiante sensibilità come rifugiati in altre terre, ma come nei loro paesi omonimi, solo pochi sono credenti.
e) Le sei tribù aimaq dell’ovest, tradizionalmente nomadi, e i baloch e i brahui del sud. Ci sono pochissimi, se non nessun credente, provenienti da questi gruppi isolati.
f) I nove gruppi tribali nuristani delle montagne del nord e dell’est di Kabul. Essi parlano 5 lingue e 16 dialetti; molti di questi sono vicendevolmente incomprensibili.
g) I cinque gruppi musulmani del popolo ismaili, pamiri e kyrgyzi che vivono nel lontano nord est dell’Afghanistan, lungo la catena montuosa Pamir. Questi gruppi sono isolati in piccole valli, lontano dalle strade in buone condizioni. Gli ismaili tendono ad essere più aperti alla Buona Novella, e alcuni anni fa è nata una piccola comunità di credenti. Pregate Dio per una buona distribuzione di materiali audio del Vangelo tra i kyrgyzi.
h) I numerosi gruppi del popolo dardico vicino al confine della regione instabile del Pakistan. Il più grande di questi è il Pashai, contano un centinaio di migliaia di persone.
i) I gruppi nomadi del popolo gujar e jugi/kuchi/ghorbat.
5. La chiesa in Afghanistan rimane quasi interamente sotterranea, nonostante ci sia stato un minimo miglioramento della situazione sin dalla caduta dei talebani. I credenti espatriati, che sono aumentati grandemente in numero, devono essere cauti nella loro fede e testimonianza. Pregate per:
a) I credenti afghani. Il loro numero sta aumentando, come le risorse disponibili per aiutare il loro discepolato. Ci sono probabilmente diverse migliaia di indigeni cristiani; non si conosce il numero esatto. Essi non possono mai incontrarsi pubblicamente, e per i loro incontri segreti devono anche cambiare l’orario e il luogo per evitare di essere scoperti. Nelle aree rurali, ci sono credenti sia nei piccoli gruppi di famiglie che anche nelle famiglie allargate. Stanno moltiplicando anche piccoli gruppi di credenti afghani nel sud dell’Asia, Europa e nord America. Pregate per la protezione di questi preziosi credenti, e per la chiarezza e coerenza della loro testimonianza.
b) Gli afghani che sono raggiunti dal Vangelo. La maggior parte sono devotamente musulmani, ma molti, a disagio con le azioni terroriste in nome dell’Islam, sono interessati a scoprire di più di Cristo Gesù. La presenza a lungo termine dei lavoratori cristiani in servizi d’aiuto, sviluppo e affari, il ritorno dei precedenti rifugiati che hanno incontrato il Vangelo mentre erano all’estero, la presenza della radio cristiana come pure i sogni e le visioni di Gesù hanno smosso tutte le montagne. La difficoltà più grande è quella dell’identità – molti non possono capire come sia possibile essere sia afghano che apertamente cristiano, soprattutto quando nessun tale riconoscimento è offerto all’interno della più ampia società afghana. Pregate che emerga un’espressione di fede che permetta di essere veramente afghani e allo stesso momento veramente seguaci di Gesù.
c) Sicurezza e perseveranza per i credenti visto che incombono severe ripercussioni e persecuzioni. L’inevitabile scoperta dei movimenti spirituali tra i credenti culturalmente musulmani ha ricevuto un alto profilo di copertura dai media in Afghanistan e promette sanzioni dure – anche di morte – sia da parte dei membri della famiglia sia dalle autorità. Pregate che nessun attacco del nemico del Vangelo possa scoraggiare o distruggere la chiesa, ma che nel crogiolo della sofferenza, il corpo di Cristo possa maturare e crescere.
6. La condizione delle donne ha bisogno di tanta preghiera. Le donne erano effettivamente escluse dalla vita pubblica da parte dei talebani. Le vedove, particolarmente, sopportano dure condizioni, e sono comuni depressione e suicidio. Peggio, le donne hanno un’aspettativa di vita di soli 44 anni, con uno dei tassi di mortalità materna più alti al mondo. L’alfabetizzazione femminile e sotto del 20%, oltre una metà di spose afghane ha meno di 16 anni, solo il 5% frequenta la scuola secondaria e un terzo è soggetto a violenza. Molte ancora soffrono i traumi di anni di guerra e di pressione  che hanno condotto le donne a rivoltarsi contro la società afghana. Sebbene l’occupazione e l’impegno sociale possano essere problemi molto sensibili, le ragazze più giovani stanno frequentando sempre di più la scuola; un terzo degli studenti di scuola primaria è composto da ragazze. Uno speciale ministero dei programmi radio per le donne può comunicare attraverso la Bibbia l’amore e il valore che Dio ha in serbo per loro. Pregate per le donne private dei diritti civili dell’Afghanistan, che esse possano ricevere giustizia, opportunità e libertà dal timore e dall’oppressione, ma soprattutto che possano trovare Cristo in mezzo alla loro sofferenza.
7. Il bisogno delle Scritture. Dopo decenni di lavoro, l’intera Bibbia in dali è finalmente disponibile (UBS); circa il 70% può capire questa lingua. Il Nuovo Testamento in pashto è disponibile – anche se non è interamente capito in pakistano e dunque in un dialetto non afghano. È in corso il lavoro del Nuovo Testamento in aaghano-pashto. Una traduzione completa della Bibbia non esiste in nessuna lingua minore indigena; pregate che ciò possa cambiare. Pregate Dio per il progresso di traduzioni in hazaragi (Vangelo di Luca), kyrgyzi (audio NT), uzbeko del sud (Genesi, Esodo e Matteo, con un NT completo dal 2012) e altre otto lingue per lavori di traduzione in corso o per iniziarli. Pregate anche per l’ingresso e la distribuzione della Parola di Dio in questa terra chiusa; il governo, i talebani e anche le forze NATO e i gruppi delle Organizzazioni Non Governative (NGO) si oppongono.
8. I media sono un ministero strategico e veramente essenziale. Pregate che tutti i metodi appropriati di testimonianza possano essere usati nel modo più efficace.
a) Corsi di discepolato culturalmente appropriati e altri materiali di formazione si stanno sviluppando nelle principali lingue dell’Afghanistan, in aggiunta a molti altri tipi di materiale evangelistico. Questi sono stati efficaci nel raggiungere gli afghani in esilio o a casa. Pregate per coloro che sono coinvolti nella produzione, distribuzione e studio di questi materiali.
b) Risorse audio. Una serie di 45 storie della Bibbia sono state prodotte in lingua hazaragi, che possono essere un modello efficace per altre lingue. GRN ha fatto registrazioni audio in 65 lingue e dialetti; molte hanno bisogno di trasmissioni in formati moderni. È disponibile un CD di adorazione e musica in stile e lingue afghane. Diverse organizzazioni hanno collaborato per realizzare materiale audio pre registrato – uno evangelistico, uno del NT in dari e uno per il discepolato. Pregate per la loro distribuzione, che sia molto diffusa nel paese.
c) La radio è un mezzo strategico per proclamare la Buona Novella, poiché la maggior parte degli afghani ascolta ancora la radio a onde corte. Trasmissioni radio FEBA, IBRA, e GFA trasmettono nelle principali lingue del paese. Pregate per l’arrivo e il supporto di altri cristiani che parlano il dari e il pashto per preparare programmi e rispondere alle e-mail. Vari ministeri hanno contribuito a sviluppare diversi materiali per la radio e per altri media. “La Chiesa in Casa” e altri programmi sono stati soprattutto d’aiuto per i credenti nazionali. Pregate anche per l’inizio della programmazione in altre lingue.
e) Il film JESUS è disponibile in lingua baluchi, brahui, dari, hazaragi, pashto,tajiki e uzbeko del sud. Pregate che venga molto usato.
f) TV, un mezzo in rapida espansione. Pars, parte di SAT-7 Family, sta crescendo velocemente e offre programmi cristiani in lingua farsi, la lingua dell’Iran strettamente legata al dari. Si sta sviluppando un programma in dari.
g) Siti cristiani sono stati molto efficaci nel raggiungere la diaspora afghana globale. Siti web proprio come com, Suono della Vita (sadayezindagi.com), La Voce di Cristo (afghantv.com), afghanbibles.com e afghanbibles.org rendono letteralmente disponibili migliaia di file audio e documenti da scaricare in diverse lingue afghane, sviluppate per l’evangelizzazione e il discepolato dei popoli afghani.
h) Risorse Video. Sono stati sviluppati video culturalmente appropriati che presentano parti di narrativa biblica come le storie dei principali personaggi della Bibbia. Questi sono disponibili  in uzbeko del sud dal 2010 e in altre lingue nei prossimi anni, cominciando con la lingua dari.
i) Uno dei modi più veloci attraverso cui la Scrittura può essere diffusa, condividendo file audio e versetti biblici. Questo rende potenzialmente il cellulare lo strumento evangelistico migliore nel paese!


(da Operation World, Patrick Johnstone e Jason Mandryk, 2010)                                             Traduzione di Stefania D’Urso

1. La rimozione del potere dei talebani dovuto all’alleanza delle truppe americane con i signori della guerra afghani opposte ai talebani, è arrivata con un grande sacrificio.  Con la successiva sconfitta dei talebani, il popolo afghano, soprattutto le donne, hanno guadagnato nuove libertà e opportunità, che  continuano a verificarsi ma sono limitate dal tradizionale contesto  culturale  afghano.
2. La crescita dei credenti afghani è impossibile da documentare, ma innegabile. Almeno diverse centinaia di  afghani, ora, seguono Cristo, quando 20 anni fa, forse, solo una dozzina era credente.
3. I media cristiani si sono sviluppati in diversi formati – audio/MP3, memoria del cellulare, radio, video, letteratura e internet – per l’evangelizzazione e il discepolato. Questa è un’area di reale crescita e incoraggiamento.

Dati sulle Religioni

(che si autodefiniscono cristiane)