DATI

CAPITALE: Toshkent
GOVERNO:
 Repubblica
POPOLAZIONE:
31 575 300
LINGUE: Uzbeco, Russa (inter-etnica)
ETNIE: Uzbechi( 73%), russi (5,5%), tagiki (10%), coreani (4,7%), kazaki (3%), caracalpachi (2,5%) tatari (1,5%).
AREA TOTALE:
444 103 kmq
CONTINENTE: Asia

1. L’Uzbekistan è un’arena di sistemi di valori in competizione. Il termine ‘Uzbek’ significa “padrone di sé”, però molti cercano di rendere schiavi gli usbechi con le proprie ideologie: comunismo riscaldato, islamismo radicale (soprattutto nella valle fertile di Ferghana) e l’islam mischiato al folklore. Pregate che gli usbechi possano trovare la libertà nel servizio del vero Maestro, il loro Signore e Creatore.
2. L’Uzbekistan è una chiave strategica per l’Asia Centrale, quindi è in atto una lotta sempre più intensa tra l’ideologia del regime post-sovietico e i movimenti islamici. Il “pugno di ferro” della politica del governo non impedisce che migliaia di giovani disoccupati si uniscano a questi movimenti. Gran parte della popolazione è divisa da queste due fazioni, stanca della povertà, della corruzione e del progresso fallito. Pregate per cambiamenti genuini, riforme e una conduzione che dimostra integrità e governa per il bene della popolazione. Pregate che, in mezzo a queste lotte, molti trovino la vera pace che solo Gesù può donare.
3. Tashkent è la capitale islamica dell’Asia Centrale in termini di numero e anche d’influenza. L’Islam è parte dell’identità culturale usbeca piuttosto che una religione praticata fedelmente; le pratiche folcloristiche e occulte sono radicate nel credo di molti usbechi, soprattutto nelle zone rurali. In seguito all’indipendenza dell’Uzbekistan è scattata un’ondata di attività islamiche, ma il governo ha frenato gran parte dei missionari islamici, nonché la costruzione di nuove moschee e tiene sotto controllo e sorveglia rigidamente tutte le attività islamiche.
4. Le minoranze etniche trapiantate dal loro paese d’origine predominano nella popolazione cristiana. Della popolazione ortodossa  non rimane che il 10% rispetto agli anni ’80. Tra quelli che rimangono, sono in crescita gli evangelici, soprattutto pentecostali/carismatici. Esiste una certa libertà per i ministeri. Le minoranze che operano soltanto tra loro non sono attaccate particolarmente, ma il governo agisce pesantemente contro quelli che cercano di raggiungere gli usbechi o altri gruppi non islamici. I russi e i coreani hanno molta libertà per evangelizzare tra la loro gente e lo fanno. Pregate per:
a) La costruzione di ponti culturali tra gli usbechi, i russi ed i coreani. La loro storia diversa, la sensibilità del passato e i timori per il futuro rendono difficili gli impegni interculturali. Pregate che i cristiani russi e coreani possano sentire la necessità di raggiungere gli usbechi con il Vangelo, adoperando modi culturalmente sensibili.
b) L’unità. La mancanza di fiducia e le rivalità hanno caratterizzato i rapporti tra i vari gruppi, ma la persecuzione diffusa ha fatto sì che i cristiani si siano ravvicinati. Pregate che umiltà, ricettività all’insegnamento e riconciliazione possano pervadere i conduttori cristiani.
5. Il numero dei credenti usbechi continua ad aumentare nonostante una grande opposizione. Le prospettive di ripercussioni arrivano da tre diverse parti: il governo, i capi musulmani locali e la comunità (famiglia e vicini), ma tutto questo non ha frenato la crescita. Il numero di credenti usbechi, probabilmente, conta oltre 10.000 persone, mentre una generazione fa, non c’era nessuno. Rimane, però, un gran bisogno di preghiera:
a) Per un insegnamento che favorisca la crescita di discepoli e la cura dei nuovi credenti. Nessuno sa quanti siano gli individui e i gruppetti isolati, ma sono senz’altro in numero maggiore di quelli affiliati alle chiese che hanno un riconoscimento ufficiale, molti infatti si allontanano quando le difficoltà aumentano; pregate che i cristiani possano integrarsi velocemente in gruppi familiari dove possano crescere. La testimonianza di molti altri è frenata dalla paura, pregate che i credenti siano sempre più coraggiosi.
b) Per i credenti locali che sono accusati di essere traditori culturali/religiosi o ‘cristiani del riso’. Pregate che tutti quelli che cercano di integrarsi nelle chiese possano avere un atteggiamento di dolcezza e umiltà.
c) Per la distribuzione dei credenti. La maggior parte dei credenti usbechi abita a Tashkent e altre città, nonostante il fatto che il 63% degli usbechi popoli le zone rurali.
d) Affinché sorgano dei responsabili indigeni. C’è un urgente bisogno di insegnamento biblico che può favorire maturità spirituale e consacrazione. Le chiese che crescono rapidamente hanno una necessità ancora maggiore di responsabili di qualità.
e) Per autenticità culturale. Chiedete al Signore che possa aumentare la produzione di letteratura cristiana usbeca che è un fattore culturalmente rilevante; anche per lo sviluppo di musica, stili di adorazione e strutture per la comunione dei credenti. Esistono corsi usbechi di preparazione al ministero guidati ed insegnati completamente da usbechi. Queste cose cominciano ad emergere, e, di conseguenza, ci sono molti frutti.
6. Il governo dell’Uzbekistan perseguita accanitamente la chiesa. Chiese con un orientamento dinamico ed evangelistico, soprattutto chiese usbeche, sono particolarmente prese di mira. I capi cristiani usbechi sono schedati da 14 agenzie governative che controllano le attività religiose nel Paese. Tra i metodi scelti per la persecuzione ci sono: l’umiliazione pubblica, il sequestro di proprietà, bruciare le Bibbie e i libri, l’espulsione di studenti cristiani, il licenziamento di operai cristiani, gli arresti (seguiti da percosse e torture), tutto sotto deboli pretesti, inoltre vengono applicate multe pesantissime per le prime offese (fino a 50 volte il salario annuale). Siccome è quasi impossibile registrare legalmente le chiese, di conseguenza è nato un movimento di comunità familiari. Le unità di un tale movimento ben collegate tra loro aiutano a creare stabilità e sostegno in mezzo alla persecuzione. Pregate per i cristiani che subiscono le pressioni per tradire i loro fratelli cristiani alle autorità. Pregate anche per i perseguitati e i carcerati, affinché ricevono da Dio forza e franchezza.
7. Sono stati espulsi quasi tutti i cristiani stranieri che servivano il Signore in Uzbekistan e le agenzie missionarie sono state chiuse. Questo si può anche considerare una benedizione parziale perché stimola la chiesa indigena ad unirsi, a maturare e rimanere salda. Pregate per quelli che il Signore ha chiamato ad operare tra gli usbechi, affinché trovino modi e luoghi dove possano servire la popolazione e portarla a Cristo.
8. I non evangelizzati. Soltanto una piccola frazione della maggioranza musulmana ha avuto la possibilità di ascoltare l’annuncio del Vangelo. La percentuale di cristiani in ogni gruppo musulmano è meno dello 0,1%. Pregate in modo particolare per:
a) I karakalpaks, abitano a sud del mar Aral e sono stati maggiormente influenzati dai sunniti russi che hanno una forte influenza sufi. Nukus, la capitale della regione, vede una crescita numerica senza precedenti della chiesa, nonostante il fatto che la persecuzione sia più intensa in questa regione. Alcune migliaia di anime sono entrate nel Regno negli ultimi anni. Siccome il governo ha chiuso ogni chiesa non ortodossa, quasi tutta la crescita avviene attraverso comunità familiari clandestine. Anche gli usbechi di altre regioni vengono a Cristo. Pregate che la chiesa possa rimanere salda e continuare a crescere; pregate anche per il completamento della Bibbia in Karakalpak.
b) I tagiki sono una maggioranza sia a Samarkand sia a Bukhara. Tra loro ci sono alcuni credenti. Sono di razza iraniana o mediorientale, piuttosto che etnicamente turca. Soffrono discriminazioni da parte del governo. Pregate che la loro sofferenza possa attirarli a Cristo.
9. Ministeri cristiani di mass media.
a) La traduzione e la distribuzione della Bibbia rappresentano un impegno continuo. Pregate per la traduzione dell’Antico Testamento e per una revisione maggiormente comprensibile del Nuovo Testamento in lingua usbeca. Pregate inoltre per la Società Biblica Usbeca, che è riconosciuta dal governo, affinché abbia un ruolo chiave nella distribuzione della Bibbia e per la stampa di letteratura cristiana addizionale. Questa società biblica è tollerata ma è limitata pesantemente per quanto riguarda l’importazione e la stampa di materiale cristiano. Le Scritture non sono in vendita legalmente in nessun’altra parte del Paese.
b) C’è un bisogno disperato di letteratura cristiana in usbeco, ma la sua produzione e l’importazione sono praticamente banditi dal Pregate che il Signore susciti scrittori madrelingua, poeti e compositori di inni e per la distribuzione e la stampa di tale materiale.
c) La situazione della radio cristiana è mista: sono trasmesse circa 200 ore settimanali, ma soprattutto in russo e in Una piccola radio trasmette (due ore alla settimana per IBRA, TWR e FEBC) in usbeco, anche qualcosa in tagiko, kazako, kirghiso. È scarso l’accesso a radio a medie e onde corte, di conseguenza, anche le risposte. Pregate per modi efficaci di comunicare la Buona Novella attraverso questo mezzo.
d) Risorse video. Il film JESUS è disponibile in usbeco, tagiko, kazako, russo e la maggior parte delle altre lingue parlate qui. È disponibile un numero sempre crescente di film cristiani e mezzi di comunicazione. Pregate per la loro circolazione e il loro uso. Pregate per la creazione di risorse video che possono essere d’aiuto per evangelizzare le nuove generazioni.


(da Operation World, Patrick Johnstone e Jason Mandryk, 2010)                                                           Traduzione di Nunzia Caione

Secondo una ricerca stilata nel 2017 dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, il 79% degli Uzbeki aderisce all’Islam e il 5% alla Chiesa russo-ortodossa, mentre il rimanente 16% professa altri credi religiosi. Una relazione del Pew Research Center, invece, riferisce che 96,3% degli Uzbeki sono musulmani. Si registrano inoltre alcune migliaia di ebrei, ciò che resta di un’antica e consistente comunità in gran parte emigrata in Israele e negli USA.
Come in altri paesi dell’Asia centrale, la pratica dell’Islam, pur predominante, non è unitaria e riflette tradizioni, movimenti di riforma e secolarizzazioni che si sono avvicendati specialmente nel corso del Novecento: ne risulta che il 54% dei musulmani non aderisce ad alcuna corrente, mentre sunniti e sciiti sono rispettivamente il 18% e l’1%.

Da Wikipedia

Dati sulle Religioni

(che si autodefiniscono cristiane)